“Non v’era luogo della Valnerina dove la ricorrenza della Vergine Addolorata non fosse celebrata, spesso mediante novene. Sul significato di questa festa, leggiamo cosa scriveva nell’Ottocento Giuseppe Riva: “La partecipazione di Maria alla passione di Cristo per cooperare con lui alla universal Redenzione insinuò sempre come doverosissima una speciale devozione ai dolori per noi sofferti da quella divina Madre che Cristo medesimo dichiarò Madre nostra.
Questa devozione però notabilmente aumentossi tra i fedeli dopo che i sette Beati Fondatori dell’Ordine dei Serviti, cioè Servi di Maria, fecero oggetto speciale del loro Ordine la propagazione del culto a Maria Addolorata, il che avvenne nel 1233. Quindi la Chiesa ne istituì una Festa speciale nel Venerdì di Passione e nella terza domenica di settembre.
La predilezione poi spiegata da Pio VII per questo devozione servì non poco a renderla sempre più cara a tutti i veri fedeli, siccome quella per la cui intercessione il Papa, dopo cinque anni di esiglio, riuscì a tornare trionfante nella sua Roma, mentre il suo prepotente nemico Napoleone i primo era condannato ad esiglio perpetuo in una lontanissima isola dell’Oceano, cioè S. Elena, il cui più vicino continente è distante non meno di 600 miglia, e dove morì il 21 maggio 1821, mentre Pio VII continuò a regnare pacifico sulla sua sede fino al 1823, dopo 23 anni e mezzo di gloriosissimo Pontificato”(Riva 1874: 534)”.
(Mario Polia, “TRA CIELO E TERRA. Religione e magia nel mondo rurale della Valnerina. Volume II Il Ciclo dei mesi”, Edicit, Foligno, 2009, p.293-294).
Nell’immagine: effigie “Madonna Addolorata ”, dipinto su tela, XVIII sec., originariamente collocata all’interno della Chiesa della Madonna Addolorata, Norcia (PG), distrutta dal terremoto del 2016.